Lo ammetto: sono un fan di Antonino Cannavacciuolo.
Tra tutti gli chef “televisivi”, lui è quello che mi ispira più simpatia.
Non perdo una puntata di Masterchef, anche se devo confessare che il suo meglio lo dà nella trasmissione “Cucine da incubo“.
Severo (senza essere sfrontato e aggressivo come il suo alter-ego britannico Gordon Ramsey), lo chef napoletano va alla ricerca di ristoranti sull’orlo del fallimento, li analizza e interviene per dare nuova linfa all’attività, senza tralasciare il lato umano della faccenda.
Ed è proprio guardando le puntate (e le repliche Cucine da Incubo!) che ho pensato: “La stessa cosa potrebbe essere applicata al Web Marketing!”
Sommario articolo
Il metodo Cannavacciuolo
Tutto inizia con il cliente
Per prima cosa, lo chef arriva al ristorante e ne osserva subito il posizionamento. Guarda lo stato dell’insegna, dei tavoli all’esterno, dell’immobile. Perché il modo in cui trattiamo la nostra attività dice tanto su di noi, e viceversa.
Poi analizza lo staff: chiede chi lavora all’interno del ristorante, come sono divisi i compiti, come vanno gli affari. Nella maggior parte dei casi (e non potrebbe essere altrimenti, sennò non ci sarebbe lo show…) ci sono seri problemi con il modo in cui viene gestita l’intera attività di ristorazione.
Spesso cammina anche per strada, per osservare gli altri ristoranti (i competitor) e per chiedere alle persone cosa ne pensano del ristorante che sta cercando di aiutare.
Il percorso è praticamente indentico, per quanto mi riguarda, quando mi viene richiesta l’analisi di un progetto: bisogna partire da quello che abbiamo in casa, valutarne le condizioni e se possibile fare il massimo per salvare quanto c’è di buono. Personalmente intervisto sempre i miei potenziali clienti prima di proseguire nello sviluppo di una strategia.
Si entra in contatto con quell’attività
Lo chef Cannavacciuolo vuole conoscere il proprietario, per scoprire la sua versione sulle motivazioni che hanno portato l’azienda in queste condizioni.
Vuole vedere la passione del proprietario per quello che viene svolto. Lavora con lo staff per assicurarsi che abbiano una base adeguata.
Poi entra nel cuore del business. Secondo Cannavacciuolo, il successo inizia con una cucina pulita e in molti casi è la prima cosa che viene fatta.
Ovvio: il prodotto deve essere buono
Qualsiasi cosa venga proposta o venduta, deve essere buona, o tutti gli sforzi fatti finora saranno stati vani. Inutile battersi alla morte se non si ha un buon prodotto/servizio da offrire.
La pensa così anche Antonino Cannavacciuolo quando assaggia i piatti e scopre il metodo di preparazione e gli ingredienti utilizzati. Fa notare gli errori e, successivamente, effettua un training per dimostrare che è possibile creare un prodotto di qualità: con passione, competenza, impegno.
Al di là dell’aspetto materiale, questa fase è importantissima per dimostrare che cambiare è possibile. Anche mentalmente è possibile pensare al proprio lavoro da una prospettiva diversa.
Per quanto mi riguarda, dopo l’analisi dell’azienda, si passa alla strategia. È una fase cruciale, perché delinea gli strumenti, le modalità e i tempi che serviranno a raggiungere l’obiettivo.
Il restyling
Questa è la parte che mi piace di più. Amo vedere il modo in cui Cannavacciuolo e il suo staff riescono a cambiare radicalmente il volto del ristorante. Una nuova insegna, più visibile, una pulita generale, l’eliminazione del superfluo, il restyling del locale coerente con l’archetipo comunicativo scelto, linee guida ben precise, per trasformare un anonimo ristorante di provincia in un locale accogliente, pulito, amichevole.
Un posto dove le persone verrebbero volentieri.
Amo questa parte perché è un po’ quello che deve essere fatto, ad esempio, quando si progetta il restyling di un sito web. Uno stile coerente, un logo riconoscibile e visibile, i messaggi chiari, la proposta di valore che emerge chiaramente: un sito web bello e funzionale ti permette di aumentare i clienti, in questo caso il numero di clic di cui la tua azienda ha bisogno.
Si ritorna dal cliente
Dopo aver detto e fatto tutto ciò, lo chef Cannavacciuolo effettua un “debug” dell’attività. Una verifica, un test per controllare che lo staff abbia capito la lezione, che tutto funzioni a dovere secondo la strategia che è stata pianificata.
Anche questa è una fase importantissima. Non basta teorizzare una strategia e creare un nuovo sito web: bisogna anche testarli, e per far ciò bisogna ascoltare ciò che hanno da dire i clienti (nel caso di un sito, i suoi visitatori o utilizzatori finali).
Un sito web è come un ristorante
In finale, un sito web è come un ristorante e per migliorarlo è possibile applicare il metodo Cannavacciuolo. Deve essere visibile, pulito, accogliente. Il menu deve essere ricco (ma non caotico) e il prodotto offerto deve essere di qualità, presentato nel modo migliore possibile. Le persone devono raggiungerlo facilmente e, una volta conosciuto, tornare a visitarlo ancora e ancora, consigliandolo ai propri amici e parenti.
Ecco perché penso che il metodo Cannavacciuolo possa essere tranquillamente adottato anche nel web marketing e in ogni ambito che richieda l’analisi e il rilancio di un’azienda. Può essere il rifacimento di un logo, la realizzazione di un sito web, la progettazione di un e-commerce, il lancio di una campagna.
Un modello di marketing applicato con analisi, strategie e operatività.
E tu? Hai un “sito web da incubo”? Se vuoi, possiamo parlarne senza impegno.
Basta che poi al termine del lavoro si finisca nel solito modo: soddisfazione reciproca, tanti sorrisi e…una sonora pacca sulle spalle!